Intervento di Andrea Coinu, capo dipartimento internazionale della FLAI-CGIL
Giorgio Trucchi
19 | 6 | 2025

Foto: Giorgio Trucchi
Da quasi due mesi, vari settori della società panamense, in particolare maestri, studenti, organizzazioni di donne, sindacati del settore pubblico e privato, popolazioni indigene, stanno protestando contro la legge 462 che riforma in modo peggiorativo il sistema di previdenza sociale e pensionistico.
Sono scesi in piazza e hanno proclamato uno sciopero indefinito anche contro la riapertura della miniera Cobre Panamá, proprietà della canadese First Quantum Minerals Ltd, chiusa dopo che la Corte Suprema di Giustizia aveva dichiarato l’incostituzionalità del contratto firmato con lo Stato, e contro il progetto per la deviazione di un fiume per rifornire di acqua i bacini che servono al funzionamento del canale interoceanico, inondando interi villaggi.
La protesta è anche contro il protocollo d’intesa firmato da Panama con gli Stati Uniti, che riapre le porte alla potenza del nord e mette a rischio la sovranità del paese.
Con il passare delle settimane è inoltre aumentata la repressione.
Dirigenti indigeni Ngäbe-Buglé del più grande sindicato bananero di Panama, il SITRAIBANA, sono stati arrestati ─tra cui il segretario generale Francisco Smith─ e condotti in carcere, dopo che Chiquita Panamá aveva licenziato quasi 5 mila lavoratori che erano scesi in sciopero contro gli effetti della legge 462 sul loro sistema di pensioni.
L’arresto è avvenuto vigliaccamente dopo che il Sitraibana aveva firmato accordi con il governo e il parlamento. Francisco Smith e Gilberto Guerra sono stati condannati a sei mesi di detenzione preventiva mentre si svolgono le indagini.
Scontri violenti si sono verificati in vari punti del territorio indigeno. Più di 20 persone iscritte al Sitraibana sono state arrestate.
Arrestati anche dirigenti sindacali del settore scuola, mentre la ministra dell’istruzione Lucy Molinar ha minacciato di prendere provvedimenti contro i lavoratori e le lavoratrici, che vanno da rappresaglie economiche, sospensioni e anche licenziamenti.
Agli arresti domiciliari anche Genaro López, segretario generale del Suntracs (sindicato della costruzione), mentre Saul Méndez, presidente della stessa organizzazione, ha chiesto asilo politico alla Bolivia e si trova rinchiuso nell’ambasciata boliviana a Panama.
Un terzo dirigente, Erasmo Cerrud, ha chiesto asilo al Nicaragua e gli è stato concesso.
In questi giorni, la Rel UITA e il secretario regionale Gerardo Iglesias si trovano a Panama in una missione di solidarietà e sostegno alla giusta lotta del popolo panamense.