Posizione della CASIA
Il 29° congresso ordinario della Confederazione delle associazioni sindacali delle industrie alimentari (CASIA) ha sottolineato “la necessità di uno Stato che sostenga l’industria nazionale con politiche attive che stimolino gli investimenti, senza sacrificare la protezione sociale, l’equità e la distribuzione del reddito”.
Gerardo Iglesias
13 | 11 | 2025

Con la piena partecipazione delle organizzazioni affiliate, mercoledì 29 ottobre il dibattito è stato vivace e costruttivo, in un momento difficile dopo il risultato favorevole al presidente Javier Milei nelle elezioni parlamentari di medio termine di domenica 26.
Con il vento in poppa, il presidente di estrema destra è deciso a dare nuovo slancio alla sua offensiva contro i diritti dei lavoratori, concretizzata nel suo progetto di riforma del lavoro.
In questo senso, la CASIA sostiene che “il governo nazionale e i settori imprenditoriali spiegano intenzionalmente alla società che la competitività dell’industria si ottiene, quasi esclusivamente, attraverso la precarietà del lavoro, tagliando i diritti e diminuendo i salari per abbassare i costi”.
L’obiettivo del governo, continua la dichiarazione, “è quello di sostenere un modello economico liberale altamente concentrato e centralizzato, con un’apertura indiscriminata dell’economia, la ‘primarizzazione’ della produzione e la crescita sostenuta della speculazione finanziaria”.
La Confederazione sottolinea che i lavoratori e le lavoratrici del settore alimentare sono “preoccupati per le conseguenze di questo modello economico, che non considera la produzione industriale come una delle basi principali della crescita economica e della distribuzione del reddito”.
A sua volta, “le importazioni indiscriminate di prodotti alimentari mettono seriamente in pericolo l’industria nazionale”.
A questo proposito, CASIA sottolinea l’elevato numero di chiusure di aziende, sospensioni e licenziamenti.
Da novembre 2023 a luglio 2025 si sono registrate 18.083 chiusure di aziende e la perdita di 253.700 posti di lavoro, di cui circa 49.700 nel settore industriale.
Di fronte alla riforma in gestazione, la Confederazione, di cui fanno parte gran parte delle nostre organizzazioni affiliate in Argentina, sottolinea che “precarizzare le condizioni di lavoro e salariali va contro il miglioramento dei sistemi produttivi industriali, porta alla povertà e alla disgregazione sociale”.
E sottolinea: “Per questi motivi difendiamo la necessità di sostenere la contrattazione collettiva per settore e/o industria come strumento principale del dialogo sociale, della discussione salariale e delle condizioni produttive e lavorative. Continueremo a difendere il salario, l’occupazione, le condizioni di lavoro e l’industria nazionale”.
La CASIA difende anche la necessità dell’unità d’azione dei lavoratori e delle lavoratrici.
“Solo un movimento operaio unito potrà opporsi agli intenti dei potenti e salvaguardare la legislazione sociale e del lavoro che sono il cuore della giustizia sociale e il motore fondante di una società giusta ed egualitaria”, conclude il comunicato.